Bambini e ragazzi in forma

26 Marzo 2018 Giuseppe Morino Categories SaluteTags ,

I fattori di rischio dall’infanzia all’adolescenza

 

In ciascuna fase di crescita del bambino ci sono periodi particolarmente critici per lo sviluppo dell’obesità precoce. Ecco quali sono:

1 Periodo perinatale e primo anno di vita;

2 Adiposity rebound;

3 Adolescenza.

Periodo perinatale e primo anno di vita
Potenziali fattori di rischio si presentano già dal periodo gestazionale e perinatale, in cui si riconoscono come determinanti: la nutrizione e il peso materno, il fumo di sigaretta, il consumo di caffeina, il parto per taglio cesareo e un basso peso alla nascita.

Numerosi studi hanno dimostrato che, un eccessivo aumento di peso della donna durante la gravidanza, si associa a macrosomia fetale (peso superiore ai 4 kg nel momento della nascita) e a un alto rischio di sviluppare obesità in età evolutiva.

È stata messa in evidenza una correlazione positiva sia tra parto cesareo e sovrappeso infantile che tra numero di gravidanze e sovrappeso infantile.

I nati da madri con una sola gravidanza hanno un aumentato rischio di sviluppare eccesso ponderale in età infantile con un peggiore profilo cardio-metabolico.

Tra le abitudini alimentari, l’eccessivo consumo di zuccheri, acidi grassi e una quantità di caffeina superiore ai 150 mg al giorno (pari a 2-3 tazze) rappresentano fattori di rischio di sovrappeso nel neonato.

Il fumo materno, inoltre, nel periodo perinatale rappresenta un ulteriore fattore di rischio che aumenta se la madre continua a fumare anche nel periodo postnatale (Møller S.E. et al., 2014).

È stata evidenziata un’associazione diretta tra basso peso alla nascita e adiposità addominale che determina una condizione di insulino resistenza che può persistere nel periodo postnatale e predispone allo sviluppo del diabete.

Un ruolo importante nel prevenire lo sviluppo dell’obesità infantile è giocato dall’allattamento con latte materno, possibilmente per 6 mesi.

Studi osservazionali hanno evidenziato che il rischio di diventare obesi in bambini allattati al seno rispetto a coloro che sono alimentati con latte artificiale è inferiore del 15-20%. Questo si accompagna anche ad un minor rischio di sviluppare diabete, ipercolesterolemia, ipertensione, da adulti.

I potenziali meccanismi protettivi dell’allattamento al seno sarebbero correlati ad una migliore regolazione dell’assunzione energetica del bambino, con maggiore rispetto degli stimoli spontanei di fame e sazietà. Nei bambini allattati artificialmente, invece, il senso di sazietà viene spesso contrastato perché, una volta pieni, vengono incoraggiati e terminare la loro porzione di latte.

La relazione tra introduzione di alimenti complementari e sviluppo di obesità è stata oggetto di numerosi studi. La progressiva riduzione dell’allattamento al seno e la precoce introduzione di cibi solidi prima dei quattro mesi di età rappresentano un ulteriore fattore di rischio per l’insorgenza di obesità entro i tre anni di età.

Adiposity rebound
Un altro periodo critico per lo sviluppo di obesità è l’adiposity rebound (AR). In età pediatrica, dopo il primo anno di età, i valori di BMI (Body Mass Index o Indice di Massa Corporea) diminuiscono per poi stabilizzarsi e riprendere ad aumentare in media dopo i 5-7 anni (periodo dell’adiposity robound).

Un aumento dei valori di BMI prima dei 5 anni è definito “adiposity rebound precoce” (EAR) ed è riconosciuto come un indicatore precoce di rischio di sviluppo di obesità e di complicanze metaboliche. Una condizione di adiposity rebound precoce (EAR) sembra aumentare significativamente il rischio di sviluppare obesità in futuro, rispetto a coloro che hanno avuto unrebound in età tardiva (dopo i 6 anni) (Rolland-Cachera et al., 2006). Questo problema può essere la conseguenza di un’alimentazione, dopo lo svezzamento, caratterizzata da un elevato consumo di proteine e un basso consumo di grassi, seguita da un eccessivo consumo di grassi negli anni successivi.

Adolescenza
L’adolescenza è l’ultimo periodo critico nello sviluppo dell’obesità, in particolar modo per il sesso femminile di età compresa tra 11 e 14 anni. In questo periodo il rischio è rappresentato da un notevole incremento di stili sedentari accompagnati da errate abitudini alimentari. Tra queste figurano: il consumo di snack e bevande zuccherate, l’irregolarità dei pasti, il consumo frequente di pasti fuori casa e la scelta di cibi ad alto contenuto calorico.

 

La carne nel processo di crescita
Gli elementi precedentemente evidenziati chiariscono come vi sia una molteplicità di fattori alla base dell’obesità infantile, che hanno a che fare con la genetica, con gli stili di vita e con i modelli alimentari.

Per quanto riguarda la carne, quindi, non può essere considerata da sola come un fattore positivo o negativo, ma in relazione all’apporto calorico totale e di singoli nutrienti come i grassi o le proteine animali. La carne rappresenta un alimento fondamentale nel processo di crescita, anche per l’apporto proteico che associa un elevato potere saziante.

Giuseppe Stefano Morino
Comitato scientifico COSNALA