Tutto quello che gli “indici ambientali” non dicono

18 Maggio 2017 Agostino Macrì Categories SostenibilitàTags

L’uomo ha sempre prodotto la carne dove aveva risorse disponibili e ambienti adeguati. Questa scelta riduce l’impatto idrico dell’allevamento

La produzione di carne richiede l’utilizzo di grandi quantità di acqua, superiori a quelle necessarie per produrre altri alimenti. Se questo è vero, è però necessario e opportuno fare alcune precisazioni e tenere conto di come l’uomo, nella storia, sia sempre stato in grado di collegare le produzioni ai luoghi adeguati dove realizzarle, riducendone così l’impatto.

Acqua e agricoltura, amiche inseparabili
L’uomo, nel corso dei millenni, è riuscito a sviluppare le differenti pratiche agricole e zootecniche sfruttando al meglio le risorse ambientali disponibili. Da alcuni decenni, però, sono state introdotte tecniche di produzione innovative che, da un lato, hanno fortemente incrementato le produzioni primarie alimentari ma, dall’altro, hanno accentuato lo sfruttamento ambientale. In tale contesto le risorse idriche assumono un’importanza straordinaria. Infatti, le attività agropastorali si sono sviluppate maggiormente laddove c’era – e c’è tuttora – una maggiore disponibilità di acqua.

Stando ai valori di WSI (Water Stress Index), calcolati a livello globale, le aree a maggior densità zootecnica – quali Nord Europa, Italia centro-settentrionale, Brasile, Paesi Bassi, Belgio, Gran Bretagna e Stati Uniti centro-occidentali – non hanno subito particolari depauperamenti delle riserve idriche sotterranee.

Va certamente tenuto conto dell’abbondanza idrica di alcune zone del nostro pianeta e del fatto che l’impatto dovuto ai prelievi di acqua in queste zone è sicuramente inferiore rispetto a quello che si avrebbe in aree con problemi di siccità.

Un aspetto questo che dovrebbe essere sempre tenuto presente quando si fanno considerazioni sull’impronta idrica attribuibile alla produzione di carne (soprattutto bovina) in zone con un’elevata disponibilità di acqua. Ma non è così e i calcoli sull’impatto idrico non sembrano tenere conto di quanto l’uomo ha invece sempre tenuto in massima considerazione, almeno nei secoli addietro: il contesto in cui avviene il processo produttivo e la disponibilità di acqua in un luogo specifico.

Agostino Macrì
Comitato scientifico COSNALA