Allevamenti bovini e impatto ambientale: ridurre la produzione di metano si può

18 Maggio 2017 Agostino Macrì Categories SostenibilitàTags ,

Gli allevamenti bovini sono ritenuti la causa primaria della produzione di gas nocivi, ma non è così. Ecco come si può ridurre la produzione di metano

L’impatto ambientale degli allevamenti, soprattutto bovini, è una questione, ultimamente, molto discussa e strumentalizzata. Non si può certo negare che gli allevamenti producano gas inquinanti per l’ambiente, come anidride carbonica e metano, ma dire che gli animali da bestiame sono la causa principale dell’effetto serra è fare cattiva informazione. Abbiamo già parlato di come e quanto gli allevamenti producano CO2. Ora parliamo della produzione di metano, un altro gas che agisce negativamente sui cambiamenti climatici.

Metano
Il metano è un gas presente nell’atmosfera che contribuisce, insieme alla CO2, al vapore acqueo e ad altri gas, all’aumento della temperatura terrestre, ovvero all’effetto serra. La produzione di metano dipende dall’azione di alcuni batteri, chiamati appunto “metanogeni” che, durante il loro sviluppo producono, questo gas. Tali batteri sono presenti in grandi quantità nelle zone paludose, nelle risaie, ma anche nei pre-stomaci dei ruminanti.

Anche se è molto diffusa l’opinione che gli allevamenti intensivi dei bovini siano i maggiori responsabili del fenomeno dell’immissione nell’atmosfera del metano, si ignorano le altre fonti e si ignora che studi più attenti sui microbi che abitano gli stomaci dei ruminanti potrebbero, in una certa misura, aiutare a “contenere” tali batteri che creano metano. Molto è stato fatto, in questo senso, ma molto si può ancora fare per ridurre ulteriormente la produzione di gas nocivi da parte degli allevamenti.

La curiosità
È importante sottolineare che gli animali allevati con criteri “intensivi” e alimentati con mangimi industriali, i cui nutrienti sono maggiormente utilizzabili e assimilabili, producono meno metano di quelli allevati in modo estensivo e alimentati al pascolo.

Agostino Macrì
Comitato scientifico COSNALA