Dati 2017: giro di boa nei consumi della carne

06 Dicembre 2017 Redazione Categories EconomiaTags ,

Inversione di tendenza nel mondo della carne rossa. Aumentano i consumi delle famiglie e i mercati registrano segnali positivi

Buone notizie per la filiera zootecnica. Il 2017, infatti, può essere considerato l’anno del giro di boa per la carne rossa, sia per la produzione che per i consumi. Ma vediamo perché.

Il primo importante elemento è l’arresto registrato nella caduta dei consumi di carne bovina, con un aumento della spesa del 2,2% (variazione relativa al periodo gennaio-settembre 2017, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente). Questo dato è particolarmente rilevante se si considera la crescita contenuta delle quantità acquistate, che hanno registrato solo un +0,7%; segnale inequivocabile che i consumatori hanno indirizzato le loro scelte verso carni di prezzo medio più elevato (+1,5%).

Dopo anni di crisi, nei primi nove mesi del 2017 si sono registrati segnali positivi anche dai mercati. I prezzi degli animali delle principali categorie di bestiame sono in lieve crescita a livello europeo, con un conseguente aumento della competitività nazionale: +1,6% per i vitelloni rispetto a gennaio-settembre 2016 e, a causa di una minore offerta, +7,5% per le vacche da macello.

Pollice in alto per il mercato della carne bovina, dunque, che trova conferma anche in un aumento in termini di capi macellati (+4% nel periodo gennaio-settembre 2017, secondo i dati dell’Anagrafe Zootecnica). Ciò è avvenuto malgrado l’offerta nazionale di carne risulti in leggera contrazione per la riduzione del numero di bovini adulti provenienti dal circuito del latte.

Le aspettative nei prossimi mesi da parte degli operatori sono piuttosto positive, come conferma anche la crescita degli acquisti dall’estero di capi da ristallo, ossia capi il cui ingrasso è realizzato in una stalla diversa da quella usata per lo svezzamento. Dopo la progressiva flessione registrata nel quinquennio 2011-2015 e l’accenno di ripresa nel 2016, le importazioni di bovini vivi destinati all’ingrasso hanno segnato un deciso aumento nel 2017 (+4,3% nei primi sette mesi del 2017, pari a oltre 20 mila capi).

Andamento opposto, invece, per le importazioni di carni che hanno evidenziato un’ulteriore contrazione nel 2017 (-2,8% rispetto al periodo gennaio-luglio dello scorso anno). In particolare è diminuita la quantità di carni in arrivo dalla Francia (-6,5% in volume), dai Paesi Bassi (-1,7%) e, seppure in misura contenuta, dalla Polonia (-0,2%).

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