Il 21 novembre si è concluso il ciclo OLIOE20, che questa volta ha fatto tappa in Toscana.
Dopo Lazio, Calabria e Puglia, non poteva che essere il turno di questa regione, con le sue quattro D.O.P. e una I.G.P.
Come sempre, protagonisti del cooking show sono stati lo chef Giorgione e l’assaggiatore del Gambero Rosso Indra Galbo, cha condotto una evo experience con alcuni dei migliori extravergine toscani.
La Toscana ha, come caratteristica, la presenza di olivi in tutte le sue province. Non per niente, questa preziosa pianta rappresenta uno degli elementi fondamentali del paesaggio.
L’olivicoltura toscana affonda le sue radici nel VII secolo a.C., ma fu nel corso del Medioevo che avvenne un importante sviluppo, soprattutto nei territori del Livornese e di Lucca e poi nella zona del Fiorentino e del Senese, grazie ai proprietari urbani con i loro poderi a mezzadria.
La grande svolta avvenne nel periodo del Granducato, durante il quale i Medici vollero dare un nuovo assetto alle campagne. In seguito, l’Accademia dei Georgofili introdusse nuove tecnologie agronomiche e produttive.
Molte cultivar presenti in Italia sono originarie di questa terra: si pensi al Moraiolo, al Frantoio, al Leccino, al Correggiolo, al Maurino e al Pendolino, che danno vita all’I.G.P. Toscano e alle D.O.P. Chianti Classico, Terre di Siena, Seggiano e Lucca.
Lo chef Giorgio Barchiesi ha preparato due ottime ricette del territorio:
Ecco, nel dettaglio, le caratteristiche dei due evo prescelti.
Ideale per: bruschette, primi piatti e zuppe di legumi della cucina regionale.
Ideale per: a crudo per zuppe, carni alla brace e verdure. Ideale per molti piatti tipici toscani, come ribollita e panzanella.
Il 21 novembre si è concluso il ciclo OLIOE20, che questa volta ha fatto tappa in Toscana.
Dopo Lazio, Calabria e Puglia, non poteva che essere il turno di questa regione, con le sue quattro D.O.P. e una I.G.P.
Come sempre, protagonisti del cooking show sono stati lo chef Giorgione e l’assaggiatore del Gambero Rosso Indra Galbo, cha condotto una evo experience con alcuni dei migliori extravergine toscani.
La Toscana ha, come caratteristica, la presenza di olivi in tutte le sue province. Non per niente, questa preziosa pianta rappresenta uno degli elementi fondamentali del paesaggio.
L’olivicoltura toscana affonda le sue radici nel VII secolo a.C., ma fu nel corso del Medioevo che avvenne un importante sviluppo, soprattutto nei territori del Livornese e di Lucca e poi nella zona del Fiorentino e del Senese, grazie ai proprietari urbani con i loro poderi a mezzadria.
La grande svolta avvenne nel periodo del Granducato, durante il quale i Medici vollero dare un nuovo assetto alle campagne. In seguito, l’Accademia dei Georgofili introdusse nuove tecnologie agronomiche e produttive.
Molte cultivar presenti in Italia sono originarie di questa terra: si pensi al Moraiolo, al Frantoio, al Leccino, al Correggiolo, al Maurino e al Pendolino, che danno vita all’I.G.P. Toscano e alle D.O.P. Chianti Classico, Terre di Siena, Seggiano e Lucca.
Lo chef Giorgio Barchiesi ha preparato due ottime ricette del territorio:
Ecco, nel dettaglio, le caratteristiche dei due evo prescelti.
Ideale per: bruschette, primi piatti e zuppe di legumi della cucina regionale.
Ideale per: a crudo per zuppe, carni alla brace e verdure. Ideale per molti piatti tipici toscani, come ribollita e panzanella.