Sabato 14 novembre è andato online il terzo e penultimo degli OLIOE20 dedicati dall’Ismea all’olio extravergine di qualità.
Dopo il Lazio e la Calabria, è toccato alla Puglia: anche nel tacco d’Italia, protagonista del cooking show è stato lo chef Giorgione, mentre l’esperto assaggiatore del Gambero Rosso Indra Galbo ha condotto una evo experience con alcuni dei migliori extravergine pugliesi.
Del resto, la Puglia caratterizza circa la metà della produzione nazionale. In questa regione l’ulivo e l’olio hanno un ruolo – economico e sociale – di primaria importanza.
L’olivicoltura, infatti, venne introdotta in Puglia dai navigatori fenici, ma si sviluppò grazie a Greci, Romani e, in epoca medievale, agli ordini religiosi presenti sul territorio. Durante il Rinascimento, l’olio pugliese veniva esportato fino in Terra Santa e nell’Impero Ottomano.
Coratina, Peranzana, Ogliarola, Cellina di Nardò e Cima di Bitonto sono solo alcune delle cultivar che danno vita agli oli evo pugliesi, tra cui si segnalano una IGP e ben 5 DOP.
Lo chef Giorgio Barchiesi ha preparato due ottime ricette del territorio:
Ecco, nel dettaglio, le caratteristiche dei due evo prescelti.
Oltre agli oli sopracitati, ricordiamo l’olio di Puglia IGP e le altre DOP del territorio: Dauno, Collina di Brindisi e Terre Tarentine.
Il prossimo e ultimo appuntamento sarà la Toscana, sempre nel pieno rispetto delle normative Covid-19.
Sabato 14 novembre è andato online il terzo e penultimo degli OLIOE20 dedicati dall’Ismea all’olio extravergine di qualità.
Dopo il Lazio e la Calabria, è toccato alla Puglia: anche nel tacco d’Italia, protagonista del cooking show è stato lo chef Giorgione, mentre l’esperto assaggiatore del Gambero Rosso Indra Galbo ha condotto una evo experience con alcuni dei migliori extravergine pugliesi.
Del resto, la Puglia caratterizza circa la metà della produzione nazionale. In questa regione l’ulivo e l’olio hanno un ruolo – economico e sociale – di primaria importanza.
L’olivicoltura, infatti, venne introdotta in Puglia dai navigatori fenici, ma si sviluppò grazie a Greci, Romani e, in epoca medievale, agli ordini religiosi presenti sul territorio. Durante il Rinascimento, l’olio pugliese veniva esportato fino in Terra Santa e nell’Impero Ottomano.
Coratina, Peranzana, Ogliarola, Cellina di Nardò e Cima di Bitonto sono solo alcune delle cultivar che danno vita agli oli evo pugliesi, tra cui si segnalano una IGP e ben 5 DOP.
Lo chef Giorgio Barchiesi ha preparato due ottime ricette del territorio:
Ecco, nel dettaglio, le caratteristiche dei due evo prescelti.
Oltre agli oli sopracitati, ricordiamo l’olio di Puglia IGP e le altre DOP del territorio: Dauno, Collina di Brindisi e Terre Tarentine.
Il prossimo e ultimo appuntamento sarà la Toscana, sempre nel pieno rispetto delle normative Covid-19.