In un precedente articolo abbiamo spiegato il perché l’olio Evo faccia bene alla salute. La pelle, la vista, il sistema cardiovascolare sono solo alcuni dei “beneficiari” dell’utilizzo costante di questo prezioso alimento. Ma le buone notizie non finiscono qui: da novembre 2019 sappiamo che gli antiossidanti di cui è ricco l’oro verde proteggono anche il cervello.
Non parliamo solo di memoria: uno studio della Lewis Kats School of Medicine della Temple University di Philadelphia, guidata dal ricercatore italiano Domenico Praticò, ha dimostrato che l’olio d’oliva aiuta a prevenire sia l’Alzheimer che le tauopatie, malattie neurodegenerative che portano a demenza e declino cognitivo a causa dell’accumulo tossico di una proteina (tau).
La scoperta è avvenuta sottoponendo alcune cavie a una dieta a base di olio extravergine. Queste, invecchiando, hanno subito minori danni alla memoria e alle funzioni cognitive rispetto a quanto osservato nei soggetti non alimentati con olio Evo, per effetto di una riduzione del 60% di depositi di tau dannosi.
I risultati dello studio, pubblicato sulla rivista Aging Cell, sono un’ulteriore spinta all’utilizzo di olio extravergine, non solo perché buono e profondamente legato al territorio, ma anche e soprattutto perché utile alla nostra salute.
Giorgio Calabrese – MEDICO DOCENTE UNIV. DI ALIMENTAZIONE UMANA E DIETOTERAPIA
In un precedente articolo abbiamo spiegato il perché l’olio Evo faccia bene alla salute. La pelle, la vista, il sistema cardiovascolare sono solo alcuni dei “beneficiari” dell’utilizzo costante di questo prezioso alimento. Ma le buone notizie non finiscono qui: da novembre 2019 sappiamo che gli antiossidanti di cui è ricco l’oro verde proteggono anche il cervello.
Non parliamo solo di memoria: uno studio della Lewis Kats School of Medicine della Temple University di Philadelphia, guidata dal ricercatore italiano Domenico Praticò, ha dimostrato che l’olio d’oliva aiuta a prevenire sia l’Alzheimer che le tauopatie, malattie neurodegenerative che portano a demenza e declino cognitivo a causa dell’accumulo tossico di una proteina (tau).
La scoperta è avvenuta sottoponendo alcune cavie a una dieta a base di olio extravergine. Queste, invecchiando, hanno subito minori danni alla memoria e alle funzioni cognitive rispetto a quanto osservato nei soggetti non alimentati con olio Evo, per effetto di una riduzione del 60% di depositi di tau dannosi.
I risultati dello studio, pubblicato sulla rivista Aging Cell, sono un’ulteriore spinta all’utilizzo di olio extravergine, non solo perché buono e profondamente legato al territorio, ma anche e soprattutto perché utile alla nostra salute.
Giorgio Calabrese – MEDICO DOCENTE UNIV. DI ALIMENTAZIONE UMANA E DIETOTERAPIA