La diffusione di malattie non trasmissibili è in rapido aumento e le prove dimostrano che dieta e stile di vita sono aree-chiave di intervento per un loro contenimento.
L’olio extravergine d’oliva, quale principale fonte di grassi consumato nei pasti, costituisce uno dei componenti nutrizionali che determinano maggiormente i benefici della dieta mediterranea.
È utile ricordare che la dieta mediterranea si caratterizza, oltre che per il consumo di olio d’oliva, anche per: un elevato consumo di acqua, frutta, noci, verdure, legumi, cereali integrali, spezie ed erbe; un moderato consumo di prodotti lattiero-caseari (principalmente formaggio e yogurt), pesce, pollame e vino rosso; un ridotto consumo di carne rossa e alimenti trasformati.
In estrema sintesi, tali conoscenze derivano da una serie di studi sull’effetto che l’assunzione regolare di olio d’oliva ha su tre marker infiammatori, vale a dire su quelle sostanze, reperibili nel sangue, che sono correlate a particolari infezioni:
In sostanza, gli effetti benefici di unaregolare assunzione dell’olio extravergine d’oliva sono riconducibili a una riduzione dei livelli di tali marcatori dell’infiammazione.
Altri autori hanno preso in considerazione l’uso di olio Evo sia nella dieta che sotto forma di capsule orali (integratori artificiali); poiché esiste una differenza tra l’effetto dell’assunzione dietetica e l’integrazione nutrizionale, per tali conclusioni non si fa riferimento agli interventi con le capsule orali.
L’olio d’oliva, assunto su base regolare, può essere una buona alternativa alla dieta ricca di grassi, soprattutto per gestire l’IL-6, sostanza enzimatica che produce citochine, le quali sono alla base dell’infiammazione. L’EVO può aiutare a limitarne la produzione da parte del corpo e a ridurre, quindi, l’infiammazione. Sono in corso ulteriori ricerche per chiarire sempre di più gli effetti del suo consumo sull’infiammazione rispetto ad altri grassi.
Inoltre, è necessario prendere in considerazione la dose giornaliera di olio d’oliva, che attualmente è valutata come positiva se pari a 2-3 cucchiai al dì e diversi periodi di intervento e periodi di follow-up.
Giorgio Calabrese – MEDICO DOCENTE UNIV. DI ALIMENTAZIONE UMANA E DIETOTERAPIA
La diffusione di malattie non trasmissibili è in rapido aumento e le prove dimostrano che dieta e stile di vita sono aree-chiave di intervento per un loro contenimento.
L’olio extravergine d’oliva, quale principale fonte di grassi consumato nei pasti, costituisce uno dei componenti nutrizionali che determinano maggiormente i benefici della dieta mediterranea.
È utile ricordare che la dieta mediterranea si caratterizza, oltre che per il consumo di olio d’oliva, anche per: un elevato consumo di acqua, frutta, noci, verdure, legumi, cereali integrali, spezie ed erbe; un moderato consumo di prodotti lattiero-caseari (principalmente formaggio e yogurt), pesce, pollame e vino rosso; un ridotto consumo di carne rossa e alimenti trasformati.
In estrema sintesi, tali conoscenze derivano da una serie di studi sull’effetto che l’assunzione regolare di olio d’oliva ha su tre marker infiammatori, vale a dire su quelle sostanze, reperibili nel sangue, che sono correlate a particolari infezioni:
In sostanza, gli effetti benefici di unaregolare assunzione dell’olio extravergine d’oliva sono riconducibili a una riduzione dei livelli di tali marcatori dell’infiammazione.
Altri autori hanno preso in considerazione l’uso di olio Evo sia nella dieta che sotto forma di capsule orali (integratori artificiali); poiché esiste una differenza tra l’effetto dell’assunzione dietetica e l’integrazione nutrizionale, per tali conclusioni non si fa riferimento agli interventi con le capsule orali.
L’olio d’oliva, assunto su base regolare, può essere una buona alternativa alla dieta ricca di grassi, soprattutto per gestire l’IL-6, sostanza enzimatica che produce citochine, le quali sono alla base dell’infiammazione. L’EVO può aiutare a limitarne la produzione da parte del corpo e a ridurre, quindi, l’infiammazione. Sono in corso ulteriori ricerche per chiarire sempre di più gli effetti del suo consumo sull’infiammazione rispetto ad altri grassi.
Inoltre, è necessario prendere in considerazione la dose giornaliera di olio d’oliva, che attualmente è valutata come positiva se pari a 2-3 cucchiai al dì e diversi periodi di intervento e periodi di follow-up.
Giorgio Calabrese – MEDICO DOCENTE UNIV. DI ALIMENTAZIONE UMANA E DIETOTERAPIA